Il Comitato
Col di Roro e il C.A.I. Veneto Domenica
6 Maggio 2007 PROGRAMMA Aderiscono
all ’iniziativa:
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Bassano del Grappa, 26 aprile 2007
Cari Amici,
la storica Palestra di roccia di Schievenin in Comune di Quero, sulla quale si sono esercitate generazioni di alpinisti, corre un grave pericolo. C’è il concreto rischio che venga riaperta la cava di pietra dismessa da anni, col nome di “Miniera Schievenin”: ciò rappresenterebbe una gravissima aggressione al patrimonio naturalistico e ambientale della Valle e metterebbe a repentaglio la fruizione stessa della Palestra di roccia.
Inoltre, il vicino Comune di Alano di Piave è interessato da un altro progetto di escavazione che comporterebbe l’abbassamento della sommità del Col de Roro di circa 80 metri.
Il CAI VENETO in collaborazione col COMITATO COL DE RORO e l’adesione delle associazioni ambientaliste e locali, organizza per domenica 6 maggio 2007 un incontro comune fra alpinisti, escursionisti, ambientalisti e popolazione locale per riaffermare il NO a qualsiasi progetto di escavazione nelle due Valli.
La giornata è articolata come segue.
Per gli escursionisti, l’alpinismo giovanile, gli ambientalisti viene proposta una facile escursione sui sentieri del Col de Roro, con partenza alle ore 10.30 da Campo (frazione di Alano di Piave) e arrivo a Schievenin alle ore 13.30, ove si pranzerà al sacco. Lungo il percorso saranno illustrati i luoghi che verrebbero interessati dai cantieri.
Le Scuole di roccia ed i singoli alpinisti potranno esercitarsi normalmente per tutta la mattinata sulle vie della Palestra di Schievenin.
Alle ore 15.00 ritrovo di tutte le componenti presso l’area pic-nic di Schievenin per l’incontro comune e gli interventi del Comitato Col de Roro, delle associazioni presenti e di noti personaggi. Fra gli altri hanno assicurato la loro presenza Italo Zandonella, Manolo, Pier Verri, Manrico Dall’Agnola, Luca Visentini e Mauro Corona e tanti altri.
Invito tutti i destinatari della presente a dare la massima pubblicità a questa importante iniziativa attraverso tutti i canali a disposizione: e mail, siti internet, volantinaggio del programma allegato, ecc.
Maggiori particolari ed il manifesto possono essere scaricati dal sito web www.caiveneto.it.
Ritroviamoci in tanti il 6 maggio!
Cordiali saluti.
Il Presidente Regionale
Emilio Bertan
Da sempre il Massiccio del Grappa viene considerato un patrimonio naturalistico inestimabile ed inoltre rappresenta un monumento storico per la vicende di cui è stato protagonista.
Per salvaguardare tale area così ricca da un punto di vista ambientale, storico e culturale, la Regione Veneto iniziò già negli anni '80 a predisporre un Piano d'Area, poi approvato nel 1994.
Successivamente il Massiccio venne segnalato alla Comunità Europea come Sito di Interesse Comunitario per divenire infine Zona di Protezione Speciale.
Sembrerebbe quindi naturale pensare che progetti finalizzati a modificare l'aspetto morfologico del territorio (con tutte le conseguenze che questo comporta) non si dovrebbero nemmeno poter presentare.
Non è così.
Il 17 Gennaio scorso la ditta Cementi Rossi ha presentato al Comune di Alano di Piave il progetto "Miniera Quero" (sito interessato: Col del Roro a ridosso della frazione di Campo) ed a seguito di una riunione pubblica indetta lo scorso 20 Marzo dall'Amministrazione Comunale di Quero nella frazione di Schievenin si è appreso che un altro progetto "Miniera Schievenin" è in corso di valutazione presso la Regione Veneto.
Entrambe le aree oggetto delle concessioni minerarie ricadono all'interno del Massiccio del Grappa.
Il C.A.I. Veneto ed il Comitato "Col del Roro per la salute e l'ambiente del Basso Feltrino" propongono per il 6 Maggio prossimo un'escursione naturalistica a tutti coloro che
- desiderano vedere i siti che potrebbero realmente scomparire, se i progetti venissero approvati
- ritengono fondamentale far sentire la propria voce di contrarietà verso tali scempi
- considerano un dovere difendere un patrimonio naturalistico e storico qual'è il Massiccio del Grappa
- credono determinante salvaguardare la salute e la qualità della vita
- aspirano ad uno sviluppo sostenibile del nostro modello economico
Per aiutarci a riflettere su questi punti, l'escursione terminerà con degli interventi da parte di rappresentanti del CAI, del Comitato Col del Roro, di alpinisti e persone amanti della montagna quali Italo Zandonella Callegher, Manrico Dall'Agnola, Manolo, Luca Visentini, Pier Verri e Mauro Corona
Stato dell'arte
Miniera "Quero" di marna da cemento sul sito Col de Roro di Campo, frazione di Alano di Piave (BL)
La concessione rilasciata nel 1957, è stata già rinnovata una volta per ulteriori trent'anni (2017)
Il progetto presentato dalla ditta Cementi Rossi prevede l'escavazione di 4.200.000 mc. in vent'anni.
Il sito si trova vicinissimo all'abitato di Campo, la viabilità proposta prevede l'attraversamento delle frazioni di Campo, Colmirano e Fener e Col del Roro si trova in una posizione centrale alla conca del Basso Feltrino.
Nei 60 giorni previsti dalla legge per presentare delle considerazioni, i Consigli Comunali di Alano di Piave e di Quero, la Comunità Montana Feltrina e la Provincia di Belluno si sono dichiarati contrari al progetto, facendo proprie anche le osservazioni del Comitato, delle Associazioni locali e dei singoli cittadini.
Anche se non ancora ufficiale, è notizia di questi giorni la richiesta di una sospensiva presentata alla Regione Veneto da parte della ditta Cementi Rossi.
Miniera "Schievenin" di sali magnesiaci in Valle di Schievenin, frazione del Comune di Quero (BL)
La concessione è stata rilasciata nel 1988 per vent'anni.
Il Comune di Quero è ricorso al TAR per chiedere l'annullamento sia della concessione sia delle autorizzazioni ambientali. Nel 2004 il giudice ha stabilito che la concessione è valida mentre sono state di fatto annullate le autorizzazioni ambientali. Senza i permessi ambientali, la miniera non può partire.
La ditta Rech ha presentato in Regione la Valutazione d'Incidenza Ambientale e sta predisponendo il progetto di una galleria per collegare il sito con Quero-Vas (evitando così di transitare per Schievenin e Quero).
Poiché il progetto non è ancora stato reso pubblico, non si conoscono gli impatti relativi ai rumori ed alle polveri e le ripercussioni sulla vicina sorgente Tegorzo che fornisce d'acqua molti comuni dell'Alta Trevigiana oltre ai Comuni di Alano e Quero.
Schievenin, una valle sotto assedio
Da mesi circolavano voci sulla
riapertura della cava di pietra in Valle di Schievenin, nel territorio
comunale di Quero (BL).
Purtroppo, e ve ne darò prova, posso affermare che non si tratta di semplici
supposizioni ma di un triste futuro neanche troppo lontano. Ad essere precisi
stò parlando della possibile, anzi ahimè probabile, apertura di una miniera con
lavorazione del materiale in loco e non di una semplice cava. Perché faccio
questa precisazione?
Cercherò di spiegarlo raccontandovi una breve storia.
Tutto inizia quando la ditta Rech G. & M., con sede proprio a Schievenin,
titolare della concessione della cava di pietra in Val Storta, ottiene nel 1988
l'autorizzazione alla trasformazione della cava in miniera per sali magnesiaci:
si realizza così un sito sottoposto alla Legge Mineraria Nazionale (oggi, nel
2007, parliamo ancora di "regi decreti"...) che considera questo tipo di
attività estrattiva come un interesse nazionale. Il Comune di Quero,
contro questa decisione, fa l'unica cosa che gli è possibile, cioè un ricorso al
TAR che, dopo vari gradi di giudizio, nel 2003 per sentenza del Consiglio di
Stato, verrà rigettato.
Quindi, badate bene, la Concessione Mineraria denominata "Schievenin" è tutt'ora
valida.
A questo punto vi chiederete: bene, perché allora non si stà già scavando? Se la
devastazione non è ancora iniziata si deve ringraziare l'inconsapevole Ministero
dei Beni Culturali ed Ambientali che, nell'Autorizzazione Ambientale del 9
maggio 1995, all'art. 5, obbliga il concessionario a prendere precisi accordi
con l'Amministrazione Comunale in materia di inquinamento atmosferico, acustico,
trasporto dei materiali e sicurezza dei cittadini (ricordo che essendo la
miniera per legge un "interesse nazionale" non ricade nei vincoli previsti per
il Piano d'Area del Massiccio del Grappa). Di fronte a questo provvedimento il
Comune di Quero fa due cose, un altro ricorso al TAR, questa volta contro
l'Autorizzazione Ambientale (A. A.) e la richiesta al concessionario di
prevedere degli interventi di manutenzione all'attuale strada in Valle e la
realizzare una rete stradale alternativa per spostare il traffico pesante
dall'abitato di Quero.
La ditta Rech, pur malvolentieri, recepisce queste richieste e nel 1997
prospetta, per la prima volta, l'idea della costruzione di un tunnel stradale (5
x 6 mt e lungo circa 800 mt) che colleghi la SP 21 Feltrina, all'altezza della
stazione di Quero Vas, con la zona di Ponte Cagnin, cioè l'inizio della Valle.
Su questa proposta il Comune non prende alcuna decisione e tutto rimane sospeso.
Nel 2001 arriva la proroga dell' A. A. del 1995 che ne conferma in toto le
prescrizioni e, soprattutto, quelle contenute nel famoso articolo 5.
Nel 2003 il Comune di Quero, visto anche l'entrata in vigore delle nuove norme
europee sulla tutela dell'ambiente, presenta dei motivi aggiuntivi al ricorso al
TAR iniziato nel 1995. Nel 2003 il TAR accoglie il ricorso del Comune ed in
particolare le recenti osservazioni, rendendo formalmente nulla l'autorizzazione
del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali del 9 maggio 1995. Quindi la
concessione mineraria della ditta Rech è valida ma i lavori non possono iniziare
finchè non viene rilasciata una nuova A. A.
Nel 2005 inizia l'iter per il suo rilascio con il sopralluogo da parte del
Servizio Risorse Minerarie. La Regione Veneto, tra le varie documentazioni,
richiede che il concessionario rispetti quanto richiesto dal Comune di Quero,
che in quest'occasione richiede, oltre a quanto previsto in precedenza, che il
traffico dei mezzi pesanti non transiti per la frazione di Schievenin e che
l'attività estrattiva preservi la sx orografica del torrente Tegorzo (faccio
presente che l'attuale area della concessione mineraria comprende tutta la zona
della palestra di roccia !).
Una postilla: la legge mineraria prevede che il concessionario possa espropriare
i terreni non di sua proprietà ricadenti nell'area di estrazione.........non
aggiungo commenti.
Veniamo ai giorni nostri. Il 16 gennaio 2007 la Regione Veneto sollecita la
ditta Rech ad integrare la pratica con i documenti mancanti...... Spunta un
secondo pregetto di galleria, molto più ambizioso, che collega la SP 21 con la
parte alta della Valle, bypassando così l'abitato di Schievenin e tutte le
prescrizioni del Comune !!!
Resta il fatto che:
1) l'attuale volume della concessione (1.500.000 mc) non sosterrebbe i costi di realizzazione del tunnel, per cui verrà ragionevolmente richiesto un ampliamento;
2) la ditta Rech snc non ha sicuramente i mezzi finanziari per sostenere gli oneri per un tale progetto e le fidejussioni richieste per il ripristino, quindi è fin troppo facile intuire che dietro a tutto si celi qualche grossa compagnia mineraria con mezzi e risorse di ben altra portata... e forse anche molti meno scrupoli.
Scusate per il lungo preambolo ma lo ritengo indispensabile per una giusta informazione e per poter evere un'idea della portata e delle conseguenze del problema. (Non dimentichiamo che nel vicino Comune di Alano, a meno di 500 mt, la ditta Cementi Rossi ha presentato un progetto di coltivazione mineraria di circa 4.000.000 di mc, il località Col del Roro, cioè il colle da Campo di Alano degrada verso le pescherie di Schievenin, con gli stessi problemi di natura ambientale e sociale).
Ricordo, inoltre, che c'è una continua presenza di aziende di escavazione nazionali ed anche multinazionali che richiedono il permesso di eseguire indagini minerarie nella zona di Schievenin e del Basso Feltrino: si tratta un territorio costantemente sotto assedio ed è vergognoso come la Regione Veneto, non approvando un Piano Cave, lasci questi territori privi di tutela ed alla mercè dei vari "avventurieri".
Non vorrei ripetermi ma mi preme
ribadire che la concessione esiste già e la procedura di VIA è avviata!
Siamo di fronte al concreto pericolo che una delle più belle e suggestive valli
prealpine scompaia per sempre.
A Schievenin c'è la sorgente del torrente Tegorzo, una varietà di flora e fauna
che negli anni si sono preservate grazie all'isolamento del sito, ci sono più di
300 vie di arrampicata su cui si sono messi alla prova innumerevoli climbers,
alcuni dei quali protagonisti dello sviluppo dell'arrampicata sportiva. Come
possiamo permettere che queste bellezze ci vengano sottratte, chi ha il diritto
di rubarci la freschezza dell'aria o lo scintillio dell'acqua?
Ho voluto scrivere queste righe per denunciare questa grave situazione e per
invitare alpinisti, escursionisti, amanti di questi luoghi ed associazioni
ambientaliste a prendere una chiara posizione di netta contrarietà.
Ricordo che sia la Valle di Schievenin che il Col del Roro ad Alano di Piave
sono SIC e ZPS (siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale)
in quanto possono contenere habitat delicati e specie di particolare interesse
naturalistico.
Quello che fin'ora non hanno fatto gli amministratori possiamo farlo insieme,
cioè segnalare al Commissario Europeo per l'Ambiente lo scempio che si vuole
perpetrare in queste aree protette. Non servono studi legali ed avvocati.
E perché no, facciamo sentire il nostro dissenso, organizziamo una giornata di
festa in Valle, dimostriamo come l'interesse dei molti può prevalere
sull'interesse di pochi.
Massimo Collavo
Commissione Veneta per la
Tutela dell'Ambiente Montano
Per contatti: mcollav@tin.it