La Sezione di Conegliano del CAI promuove l'iniziativa di Mountain Wilderness

 

Una grande mobilitazione in difesa della Marmolada

Domenica 19 febbraio 2006

Raduno in Marmolada

 

Passo Fedaia, versante trentino, oltre la diga accanto al Museo della Guerra.

Ore 8.30        RITROVO degli scialpinisti

Ore 9.00        PARTENZA (l’orario non è modificabile; si parte e si sale uniti)

Ore 12.00      ARRIVO in vetta a Punta Rocca e breve discussione

Ore 13.00      Discesa a Passo Fedaia e fine della manifestazione

E’ possibile salire anche con racchette da neve; per chi usa questa attrezzatura il ritrovo  è a Passo Fedaia (versante bellunese) alla partenza della seggiovia. Si salirà accompagnati da un nostro responsabile.

In caso di maltempo o pericolo valanghe l’associazione si riserva la facoltà di modificare il percorso.

ELISKI: Da anni Mountain Wilderness lotta per fermare la vergognosa pratica dell’eliski e dell’eliturismo in tutta Europa. Nel 2001, ad un passo dal successo in Italia, la lobby degli elicotteristi è riuscita a bloccare al parlamento una proposta di legge molto precisa e rigorosa. Con la nostra costante presenza in Marmolada, chiediamo alle Province di Belluno, Trento e Bolzano coerenza con gli impegni che si sono presi pubblicamente, chiediamo ai sindaci di Rocca Pietore e Canazei di far valere sui loro territori il rispetto delle leggi sulla sicurezza e sui piani di volo, quindi di impedire senza ulteriori tentennamenti questa attività economicamente irrilevante per le valli ma al contempo così aggressiva e culturalmente inaccettabile nei riguardi della montagna.

STRUTTURE SCIISTICHE: Durante l’estate la società funiviaria “Tofane e Marmolada“ ha costruito, senza alcuna autorizzazione, una vera e propria strada scavata nel ghiacciaio della Marmolada, arrecando danni irreparabili all’ultimo grande ghiacciaio delle Dolomiti (area SIC). Il tutto per portare, sino in vetta, mezzi meccanici e materiali utili alla ristrutturazione del terzo tronco della funivia. Oggi  si vuole imporre alla montagna il colpo di grazia, con il collegamento “Punta Rocca – Pian dei Fiacconi - Passo Fedaia”. Non solo: da Falcade e da Rocca Pietore avanzano pressioni per invadere anche la valle di Franzedas con il collegamento sciistico da Malga Ciapèla a Passo San Pellegrino attraverso Forca Rossa.

IL GRANDE CENTRO WELLNESS A MALGA CIAPELA: Si tratta della proposta di costruzione di un grande centro alberghiero di lusso, un mostro di oltre 100.000 m3 di cemento, dotato di strutture sportive, piscina, centri wellness e commercio; una struttura che offre non solo centinaia di posti-letto, ma tutti quei servizi che usualmente in montagna troviamo diffusi nei paesi, dei quali costituiscono la vita e la sopravvivenza economica. Se costruito, oltre all’inaccettabile danno paesaggistico, un simile centro vanificherà ogni altra attività commerciale, artigianale ed alberghiera nel paese di Rocca Pietore ed in Val Pettorina, offrirà occupazione precaria e ci si affiderà il turismo mordi e fuggi.

IL PATTO PER LA MARMOLADA: Nel 2003, la nostra associazione, si era resa disponibile al confronto con le amministrazioni pubbliche e con l’imprenditoria locale per realizzare un piano di rivalorizzazione della Regina delle Dolomiti (Patto per la Marmolada), ma i contenuti del Patto sono stati vanificati dalla ricostruzione dei tre tronchi della funivia, dal comportamento aggressivo della società funiviaria contro il ghiacciaio, dalla mancata volontà politica dei Comuni e della Regione Veneto di dare vita al patto nel suo insieme, con una procedura trasparente. Noi avevamo dimostrato con i fatti e con l’impegno nel più puro volontariato che esiste la possibilità di una progettazione diversa e sostenibile della valorizzazione della montagna e della qualità della vita delle popolazioni che la abitano, a differenza di quanto pensano alcune amministrazioni pubbliche e certa miope imprenditoria. Eravamo e siamo sempre disponibili a riprendere contenuti che portino reale benessere all’ambiente e alle popolazioni della valle Pettorina e dell’Agordino.

 

Mountain Wilderness contro le offese alla Marmolada

8 dicembre 1996: dopo il convegno sull’eliski a Moena del giorno precedente, 150 persone salgono in vetta con MW per chiedere una proposta di legge nazionale che imponga la cessazione dei voli.

12 luglio 1997:  una cinquantina di soci di MW e SOS Dolomites salgono in vetta per ostacolare una gara organizzata dal Golf Club Alta Badia, con l’allestimento di un green sul ghiacciaio ed il trasporto in elicottero dei partecipanti. Viene presentata un’interrogazione in Parlamento.

Dal 1998 al 2002, ogni anno durante l’inverno MW ha organizzato almeno una manifestazione per ribadire il proprio no all’eliski in Marmolada.

marzo 2003: nasce la Tenda Gialla che per nove giorni e otto notti presidia Punta Rocca, impedendo il volo degli elicotteri e richiamando l’attenzione dei mezzi di informazione.

2 agosto 2003: manifestazione sul ghiacciaio con Padre Alessandro Zanotelli, per lanciare la campagna a difesa dell'acqua come risorsa pubblica.

marzo 2004: grande traversata scialpinistica del Trentino orientale in 7 giorni a sostegno della Convenzione delle Alpi, con arrivo alla Regina delle Dolomiti.

marzo 2005: manifestazione a Forca Rossa, contro l’ipotesi di realizzazione dell’ennesimo impianto di risalita e contro la scarsa fantasia di chi vede queste forme invasive di turismo come l’unica possibilità di sviluppo economico, ormai largamente smentita dai fatti.

 

 

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Scrive, per conto di MW Italia, Luigi Casanova (Telefono 348-3592477)

 

"Riportiamo il comunicato stampa che annuncia ufficialmente la nostra posizione sulle tematiche complessive che investono la Marmolada oggi, tematiche che gli enti pubblici o non affrontano, o stanno discutendo confrontandosi solo con i poteri forti della società, imprenditori vari e settore del tursimo, senza pensare ad alcun aspetto di ricaduta sociale che le scelte di oggi comporteranno anche nel breve e medio termine. Il documento anticipa i temi che costruiranno la piattaforma della grande manifestazione scialpinistica del 19 febbraio 2006, da Pian dei Fiacconi a Punta Rocca. Una manifestazione che vorrà dare uno scossone definivo alla vergognosa pratica dell'eliski in Dolomiti, ma che aprirà un confronto forte e serrato sulla difesa della sacralità e integrità della regina delle Dolomiti. Opzione zero sugli impianti sciistici ancora previsti, sia in Veneto che in Trentino."

 

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Comunicato Stampa di Mountain Wilderness Italia - 8 gennaio 2006

 

MARMOLADA

Quando si ritornerà a discutere di riqualificazione culturale e ambientale della Regina delle Dolomiti?

 

L’aggressione estiva al ghiacciaio della Marmolada da parte della società funiviaria Tofane – Marmolada S.p.A. durante la costruzione del terzo tronco della funivia ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale sulla montagna più importante delle Dolomiti, la Regina appunto.

Quando avevamo accettato di costruire il Patto per la Marmolada con le amministrazioni pubbliche trentine e venete gli intendimenti del gruppo di lavoro erano ben altri. L’obiettivo era certo quello di riportare la Marmolada al centro dell’attenzione degli appassionati di montagna, ma attraverso percorsi virtuosi, con un cambio di rotta ben deciso e qualificante rispetto il passato. (Li ricordiamo? Rifiuti gettati fin nelle viscere del ghiacciaio, la parete Sud imbrattata, cemento e offese paesaggistiche diffuse, fino in vetta a Punta Rocca). I temi più importanti del Patto erano racchiusi nelle parole cultura, ambiente, alpinismo, storia, ghiaccio.

L’agenda degli amministratori pubblici e della società funiviaria ha invece scelto ed imposto la solita vecchia strada: sviluppo turistico attraverso i collegamenti sciistici, imposizione di infrastrutture pesanti, consumo di paesaggio e di ambiente. Ogni altro passaggio del Patto della Marmolada è stato di fatto cancellato dall’agenda e dal confronto. Le due associazioni coinvolte nel Patto, Mountain Wilderness ed il CAI, sono state messe all’angolo e zittite dalla forza, dall’arroganza delle delibere delle giunte regionali del Veneto e quella provinciale di Trento, da quelle del Comune di Rocca Pietore. Di fatto il Patto della Marmolada è stato disdetto dai comportamenti di queste amministrazioni pubbliche.

Come era a tutti chiaro, quel patto, qualora realizzato, avrebbe portato la ricaduta dei maggiori benefici al Veneto, agli abitanti dell’Agordino. Oggi da quelle valli giungono queste proposte.

Con pochi, ma distruttivi tasselli, si arriva così a definire una serie di infrastrutture che impedirà nel futuro qualunque sviluppo alternativo delle abitazioni che vivono attorno alla Marmolada. Con queste opere, tutte, si viene ad offrire lavoro dequalificato e specialmente precario nel settore del turismo, si impoverisce Rocca Pietore perché il grande centro alberghiero toglierà ogni respiro alle aziende locali che già oggi soffrono difficoltà importanti, ulteriore violenza che si abbatterà sul ghiacciaio e sul territorio impedendo di fatto ogni possibile rilancio della montagna in chiave naturalistica, storica e culturale.

La popolazione di Rocca Pietore deve riflettere su questi dati e assieme a quella di Canazei dovrebbe costruire un fronte comune che impedisca alle amministrazioni di proseguire la presunta ricerca di sviluppo adottando i modelli ormai superati degli anni ’70, modelli che stanno di fatto svendendo in modo definitivo la montagna a pochi personaggi, Vascellari e dirigenti di Superski Dolomiti.

Ma la Marmolada non è solo patrimonio delle popolazioni locali: un simile regno è patrimonio dell’umanità intera, degli alpinisti ed escursionisti, del mondo della scienza e della ricerca, degli amanti del sacro e del fantastico. Accanto al grande movimento a difesa della montagna che auspico nasca nelle popolazioni locali è necessario che si diffonda e si alimenti una mobilitazione nazionale ed internazionale di tutte le coscienze che hanno a cuore il destino delle Dolomiti e della montagna più rappresentativa dell’intero gruppo. Si deve infatti aver presente che la nostra associazione porta l’attenzione in Marmolada pur essendo ben consapevole  che i rischi qui descritti coinvolgono decine di altre monti delle Dolomiti: le Tre Cime di Lavaredo, il monte Pelmo, le Pale di San Martino, il Sassolungo, le Dolomiti di Brenta. Il nostro appello è chiaro: salvando la Marmolada, impegnandoci attorno ad essa, portiamo un contributi di speranza e fiducia verso tutte le montagne oggi minacciate di aggressioni e distruzione. Perché questo avvenga è necessaria la mobilitazione, forte, convinta, numerosa, di tutte le energie che ancora, fortunatamente, amano la montagna.