In Val Masino

sul Sentiero Roma

    di Stefano Zanardo - CAI Conegliano 

      

Galeotto fu il numero di ALP Grandi Montagne n° 21 del Maggio-Giugno 2004, una monografia sulla Val Masino...

 

Tra i vari articoli sulle pareti di arrampicata del Sasso Remenno e della valle di Mello, interviste a celebri scalatori con descrizioni di itinerari alpinistici su placche e creste mozzafiato, la mia attenzione fu attirata dalla "scheda gialla", pagine dove sono descritti itinerari, punti di appoggio e notizie utili di vario genere.

La descrizione del Sentiero Roma mi fece accendere la lampadina.

Itinerario lungo, spettacolare, in quota,  che contorna tutta la testata della valle Masino passando alle pendici di monti dal nome famoso come il Pizzo Badile, il Pizzo Cengalo, la Punta Allievi, il Pizzo Luigi Amedeo.

 

Cominciai la ricerca di altra documentazione su Internet alla voce Sentiero Roma. Ampia ed esaustiva con numerosi siti tra i quali posso citare www.valdimello.it/trek - www.waltellina.com .

 

Per motivi di tempo a disposizione e di organizzazione mi concentrai sulla parte centrale del Sentiero Roma. Da Bagni Masino salita al rifugio Gianetti con 1.400 metri di dislivello. Secondo giorno la traversata al rifugio Allievi con 600 metri di salita e 7-8 ore di cammino. Terzo giorno discesa verso la valle di Mello e ritorno a San Martino con un  dislivello di metri 1.500.

 

 


 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagine tratta da Alp Grandi Montagne

 

Nel piccolo paese di San Martino si possono trovare guide e cartine dettagliate della zona e del percorso presso l'edicola del centro.

Attenzione al parcheggio: i posti auto presso il campo sportivo sono gratuiti oppure sono a pagamento (ma pochi) quelli all'ingresso del paese. Sono da evitare le domeniche e giornate festive !!

  

Dai Bagni di Masino al Rifugio Gianetti - 21 luglio 2004

Partenza dai Bagni Masino a metri 1.172 dove si puo' giungere in autobus lasciando l’automobile a San Martino, si segue la stradina che prosegue oltre gli edifici delle terme e dopo un breve tratto, poco prima del ponte di legno che conduce al rifugio Omio, si devia sulla destra (indicazioni), imboccando una mulattiera che conduce alla Val Porcellizzo.

Prima lastricato poi piu' sconnesso, il sentiero sale deciso con alcuni tornanti nel bosco riparandoci dal sole, fino a raggiungere le baite di Corte Vecchia a metri 1.405.

Si prosegue in piano per attraversare il passaggio detto delle “Termopili” che sono due enormi massi appoggiati che formano un breve tunnel naturale.

Poco dopo il sentiero riprende ripido e con tornanti per risalire un salto roccioso del torrente Sione (a circa m 1.700), per poi sbucare nell'ampia distesa erbosa dove si trova la casera Porcellizzo a m 1.920.

Si attraversa un torrente su ponte di legno e si continua a salire per superare un altro salto di roccia, dopo il quale con una serie di diagonali fra pascoli e placche rocciose finalmente possiamo vedere i monti, Badile, Cengalo, dente della Vecchia, che fanno da corona al rifugio Gianetti posto a metri 2.534 (ore 4 dalla partenza).

 

Dal Rifugio Gianetti al Rifugio Allievi-Bonacossa - 22 luglio 2004 

Tra il rifugio Gianetti ed il rifugio Allievi-Bonacossa si snoda il tratto storico (nato nel 1.928), selvaggio e panoramico del Sentiero Roma, con continui saliscendi e con l'attraversamento della Val Porcellizzo, la valle del Ferro e la valle di Zocca.

Dal rifugio Gianetti in una giornata stupenda, senza nuvole, con tratto pianeggiante prima, con diversi saliscendi poi, il percorso punta verso est in direzione del primo scavalcamento, il passo di Camerozzo, che divide la Val Porcellizzo dalla Valle del Ferro.

Si sale con molti tornanti fino all' inizio del tratto attrezzato che aiuta a superare il ripido (possibili tratti di neve ) intaglio del passo di Camerozzo posto a metri 2.765.

Dal passo stupendo panorama sulla Valle Porcellizzo e la Val del Ferro. Percorrendo una cengia sempre con l'ausilio di funi metalliche, si scendono tratti ripidi e verticali fino a mettere piede in Val del Ferro.

Sul nevaio addossato alla parete mi attendono delle pecore, chissà come arrivate fin quassù.

Il percorso prosegue su lastroni di roccia e sfasciumi con molti torrentelli che attraversano il cammino dove è possibile reperire acqua. Circa a metà del vallone si può deviare scendendo pochi minuti verso valle (indicazioni su di un masso) per il bivacco Molteni-Valsecchi, a metri 2.510.

Raggiunto l'opposto versante della Val del Ferro, si deve risalire al passo Qualido, a metri 2.617, con facile sentiero.

E' il momento di una meritata sosta per ammirare il panorama e per mettere qualcosa sotto i denti.

Si scende ora di un centinaio di metri sulla sottostante Valle Qualido,  praticamente pianeggiante, per risalire poi il passo Averta, a metri 2.327, dove si può vedere la sagoma del Monte Disgrazia (m.3.678), con i suoi versanti ghiacciati.

Nella discesa del passo Averta ci si aiuta con delle catene infisse nella roccia fino al nevaio sottostante.

Ora siamo nella Valle di Zocca dominata dalla mole della Cima di Zocca (m.3.156).

Si scende fino ad aggirare il Torrione di Zocca. Si scende ancora con l'ausilio di alcune catene per risalire poi per gradoni e radi tratti erbosi fino a raggiungere l'agognato rifugio, posto a metri 2.395,  attorniato dalle cime Allievi (m.3.121), Castello (m.3.392), Rasica (m. 3.305), Picco Luigi Amedeo (m.2.800).

 

Dal Rifugio Allievi-Bonacossa a San Martino - 23 luglio 2004 

Dal rifugio Allievi-Bonacossa si va verso il passo del Torrone, per sentiero in leggera salita, fino a metri 2.518.

Lo spigolo del Picco Luigi Amedeo lo sovrasta e si apre la visuale sul tratto del sentiero Roma verso il passo del Camerozzo con il bivacco Manzi al limitare del tratto ghiacciato e la desolata e selvaggia Val Torrone. Qui c'è la possibilità di discesa, mal segnalata verso la valle di Mello.

La discesa dal rifugio Allievi-Bonacossa inizia con una lunga serie di tornanti fino al sottostante pianoro di Zocca a metri 2.070. Bellissima la zona verde attraversata dal torrente. Si prosegue sulla sinistra fino ad un restringimento che porta ad un crocefisso (croce Parravicini) dove il torrente precipita verso la sottostante valle di Mello, con una serie di cascate.

Da questo punto si comincia a perdere quota con una serie di tornanti e tratti gradinati, passando nei pressi delle baite di Zocca. Un ponte di legno (metri 1.600) permette di passare al versante opposto della valle, sovrastata della parete verticale detta “baratro”. Si continua con la discesa ripida e tornanti infiniti nel bosco fino ad arrivare nel fondo della valle di Mello a circa metri 1.130.

Si attraversa il piccolo borgo di Cascina Piana con le caratteristiche costruzioni addossate ad enormi massi con il percorso che ora segue il torrente con tratti lastricati.

La valle di Mello è un paradiso: il torrente scende pigro formando delle pozze di acqua cristallina dove ci si può rinfrescare d'estate, attorno si ergono le pareti colore rosa di granito dove corrono centinaia di vie di arrampicata e da  dove precipitano i torrenti della valle del ferro in spettacolari e rombanti cascate.