Respirare la montagna

di Diego Della Giustina - CAI Conegliano 2003

E' uno stupendo pomeriggio invernale; il sole risplende nell'aria tersa e le cime dei monti innevati invitano a salire. Il profilo degli abeti si scorge ad oltre venti chilometri di distanza. 

Il mio pensiero fugge costantemente oltre la prossima meta, inseguendo il sogno della visione e della salita perfetta. La fatica quotidiana di giorni come questi viene come al solito ripagata dal recente vissuto e dall'avvicinarsi di una nuova possibilità, della prossima giornata fra le cime. 

Ripenso alle immagini di qualche giorno fa, un accavallarsi di profili nevosi, di distese immacolate e delle tracce lasciate dagli sci; il telemark degli sci escursionisti, una tecnica di discesa molto particolare ed efficace nella neve fresca. Ripenso anche agli autori di quelle immagini; grazie a loro ho vissuto attimi indimenticabili ritagliati fra le pieghe dell'alternarsi dei giorni. Ma voglio anche guardare oltre; quando, un po' più libero dagli impegni di una famiglia in costruzione, sarò anche io ancora lì, magari con gli amici di un tempo e con i miei ragazzi da appassionare alla montagna. P

er ora il profumo del bosco ammantato di neve e l'aria sferzante di una vetta battuta dal vento dovranno attendere, come del resto hanno sempre fatto nell'alternarsi delle stagioni. 

In questo momento gli scialpinisti saranno già sulla via del ritorno della gita odierna, a sfuggire la neve instabile pomeridiana e a festeggiare allegramente nel fondovalle. 

Intanto, qui da me, le "montagne di carta" richiamano all'attenzione; le sfoglio avidamente alla ricerca di nuovi orizzonti e di spazi più ampi. Le parole stampate aiutano l'immaginazione e ciascuno dei libri della biblioteca di montagna, con il tono ed il carattere che lo contraddistingue, esercita un richiamo particolare. "Aprimi!…", sembra voler dire, "…ho ancora delle emozioni da trasmetterti", sicuro che le stesse parole, lette in circostanze diverse, possano esercitare un fascino alternativo. 

Ma il pensiero corre già al domani, alla prossima estate, quando porterò il piccolo Fulvio a respirare il profumo dei mughi, lungo i sentieri delle nostre Dolomiti. Eccolo che si risveglia e con il suo vagito mi riporta subito alla realtà, alla sua montagna che deve ancora venire. Sono felice; anche oggi ho respirato la montagna. 

La fatica e la tensione del quotidiano si sono fatte sentire, come in ogni salita che si rispetti. Oramai la sera sta calando ed è ora di fare i bilanci della giornata e dei nuovi sogni nati sui monti, anche se ancora rinchiusi fra le mura di casa. 

Dedicato alle famiglie CAI.