Madeira e Porto Santo

di Massimo Motta - CAI Conegliano 2008

 

L’arcipelago portoghese di Madeira si trova a circa metà strada tra le coste del Marocco e l’arcipelago delle Azzorre; oltre all’isola principale è composto dall’isola di Porto Santo, distante circa 50 km dall’isola principale e dal gruppo di isole delle Desertas, a metà strada tra le due, disabitate, come dice il nome, e divenute riserva naturale.
L’arcipelago, essendo interessato dal fenomeno della “Corrente del Golfo” e grazie alla vicinanza della zona di alta pressione delle Azzorre, gode di un clima mite.
 

L’isola di Madeira, poi, soprattutto sulla costa dove è situata la capitale Funchal, è famosa per la quantità e varietà di piante, anche tropicali e per la rigogliosa fioritura. L’isola, così come l’arcipelago, è di origine vulcanica e l’interno è coperto da una moltitudine di piante ma, soprattutto, da rigogliosi laureti che hanno il vantaggio di trattenere l’acqua piovana e rilasciarla con maggiore gradualità di altre specie. Dalle vette più alte scendono profonde gole e canaloni incisi nella struttura vulcanica dai torrenti che scendono al mare.
Il monte più alto è il Pico Ruivo con i suoi 1.862 metri slm. Altro aspetto dell’isola sono le alte scogliere a picco sul mare: Cabo Girao, con i suoi 580 metri slm, è la seconda scogliera più alta al mondo.
 

L’isola di Porto Santo è invece più che altro caratterizzata da una spiaggia di circa 9 km di sabbia finissima alla quale vengono attribuite proprietà terapeutiche; nel periodo della nostra permanenza è sempre stata oggetto di passaggio di nuvole (strati e stratocumuli) che, alte nel cielo e senza ostacoli sul loro percorso, disegnavano figure bellissime non rilasciando altro che sporadiche pioggerelline di brevissima durata. Appunto a causa di queste poche precipitazioni l’isola ha un aspetto particolarmente brullo.
 

Tralasciando gli aspetti complessivi della vacanza, di seguito riporto quelli più prettamente escursionistici. Non pensando di dover relazionare qualcuno su queste escursioni, non ho preso nota di molti dati che indicherò sulla base della memoria e di quanto ho potuto reperire nella bibliografia che indico in calce. Mi preme invece sottolineare che le escursioni sono state effettuate con i miei figli di 14 e 16 anni, oltre che con mia moglie, e che, quindi, ben si prestano ad un escursionismo familiare di “compromesso”.

 

Le levadas risalgono al XV secolo e sono canali scavati nella roccia al fine di convogliare l’acqua dalle piovose regioni del nord nelle altre zone dell’isola, per esigenze di irrigazione nonchè di produzione dell’energia. Fu necessario superare un gran numero di gole strette e profonde in cui gli operai, calati con ceste, scavavano i canali nella roccia utilizzando esclusivamente semplici picconi. Ancora oggi in uso, complessivamente ci sono 2.150 km di canali, è possibile seguire il percorso di alcuni di questi lungo i sentieri adibiti alla manutenzione, in valli ed orridi che permettono di conoscere l’entroterra dell’isola. La caratteristica escursionistica è che sono percorsi evidentemente con poco dislivello.

Porto Santo – Pico de Ana Fereira – 283 m slm
Facili passi di arrampicata fino al 2° inf. (evitabili)
Tempo di percorrenza 3 ore circa – Nessuna segnalazione
Dopo circa 3-400 metri dal centro commerciale Zarco, sulla strada che da Villa Baleira porta a Calheta, in direzione Calheta, prendiamo una sterrata sulla destra che ci porta, alle volte ad intuito, a circumnavigare il campo da golf, unica macchia di verde ridente dell’isola, fino a prendere la strada sterrata che, in salita, ci porta ad ammirare lo splendido fenomeno delle “Canne d’organo”.
Le canne d’organo sono colonne di basalto dovute al raffreddamento di torrenti di lava. Qualcosa di simile è possibile vederlo nelle vicinanze del lago di Bolsena dove vengono chiamate “Pietre Lanciate”.
Subito a sinistra delle Canne d’organo si prende un sentierino che ci porta sopra tale fenomeno, prima mantenendosi al di sotto della cresta per poi seguirla senza via obbligata. Sulla cresta, molto aerea, si ritrova il fenomeno delle canne d’organo che scendono sull’altro versante e a circa metà di questa si deve incominciare a mettere le mani sulla roccia con facile arrampicata, discontinua, fino alla cima. Dalla vetta lo sguardo può spaziare su tutta l’isola, la splendida spiaggia e, se le condizioni lo permettono, arrivare con lo sguardo fino all’isola di Madeira. Dalla cima si torna fino al punto in cui si è incominciato ad arrampicare e si inizia la discesa sull’altro versante, prima per terreno libero e poi trovando una carrareccia con cui, tenendo sempre la sinistra, si arriva sulla strada asfaltata nei pressi del centro ippico e di qui sulla spiaggia.

Madeira – Ponta de Sao Lourenco
Facile – 7 Km. circa - Tempo di percorrenza 3 ore circa (A/R) – Percorso Segnalato
Da Funchal ci portiamo sulla superstrada in direzione dell’aereoporto. Proseguiamo in direzione Machico, Canical e Prainha, dove troviamo un grande parcheggio dal quale possiamo scendere ad una comoda spiaggia con bar. Proseguiamo ancora per la strada asfaltata fino ad arrivare ad un secondo grande parcheggio dove la strada termina. Da qui prendiamo l’evidente sentiero segnalato che, iniziando in discesa, ci porta fino al termine della Ponta de Sao Lourenco. La zona è coperta da una bassa vegetazione ed è stata dichiarata Riserva naturale nel 1982, dei cartelli ci avvertono che è vietato uscire dal sentiero segnalato. Il sentiero è molto evidente e ci porta, con un percorso mosso, ad ammirare entrambi i lati della Ponta, con le sue scogliere dai mille colori a picco sul mare ed i faraglioni su cui si rompono le onde, fino ad arrivare nei pressi di una costruzione (l’unica). Da questo punto è possibile salire alla cima finale della Ponta con percorso evidente (panorama molto bello) oppure scendere sul mare, al quale si accede facilmente, mediante una scalinata finale che termina direttamente in acqua, presso una caletta riparata dove l’acqua turchese ci invita ad un bagno ristoratore.
Dalla scalinata proseguiamo sulla sinistra per altro sentiero che, con breve tragitto in salita, ci riporta sul percorso dell’andata e di qui fino alla macchina.

Madeira – Ribeiro Frio
Dalla strada che da Funchal, passando per Monte, conduce a Santana, si arriva a Ribeiro Frio.
Subito prima del paesino si trovano un bar ed un bazar dove si parcheggia l’auto.
Levada de Balcoes – facile - 2 Km circa – tempo di percorrenza 1 ora (A/R)
E’ una facilissima camminata che si prende scendendo brevemente per la strada asfaltata e seguendo le indicazioni che portano sulla sinistra. Molto frequentata (ci sono anche piccoli bazar sul sentiero), con facile camminata porta fino ad un bel punto panoramico.
Levada do Furado – media – 13 km circa – tempo di percorrenza 3 ore e ¼ sola andata
Subito sotto il bar seguiamo le indicazioni che ci portano sulla destra. Il sentiero dapprima facile arriva a restringersi e nei tratti esposti ha sempre una recinzione che ci protegge dalla parte a valle. Il percorso è immerso nel bosco dal quale, spesse volte, si possono avere begli scorci sulle montagne circostanti. In alcuni punti il sentiero è stato scavato tra due pareti e si deve camminare sulla levada stessa su appoggi appositi: in questi punti il percorso potrebbe divenire scivoloso. La natura circostante è di sicuro effetto ed ogni tanto qualche uccello viene a rallegrare il nostro procedere, mentre il continuo scorrere dell’acqua nella levada rende il clima piacevole. Dopo circa 7-8 km si lascia il bosco per scendere prima su strada sterrata, sempre seguendo la levada e poi nuovamente per sentiero fino al paesino di Portela dove ci faremo recuperare da un volontario in macchina o dove i taxi in attesa ci potranno riportare a Ribeiro Frio.

Madeira – Rabacal
Da Porto Moniz prendiamo la strada che con ripida salita ci porta su una dorsale a seguire le indicazioni per Eira do Serrado. Proseguendo sulla strada troviamo le indicazioni sulla sinistra dove possiamo lasciare la macchina. Superata una sbarra seguiamo la strada asfaltata in discesa dove può transitare unicamente il pulmino navetta a pagamento.
Dopo 1,8 km in continua discesa, in mezzo al verde, in circa ½ ora arriviamo a delle costruzioni e da qui troviamo le indicazioni per le levadas.

Levada do Risco – facile – 1,2 km – tempo di percorrenza 1 ora circa (A/R)
Percorso particolarmente semplice che porta fino ad ammirare la cascata di Risco che noi abbiamo trovato un po’ secca a causa della mancanza di pioggie sull’isola da circa 5 mesi, ma che le guide descrivono come fragorose. Rientro per la strada di andata.
Levada dos 25 fontes – medio – 2,5 km – tempo di percorrenza 2 ore circa (A/R)
Il primo tratto è in comune con la precedente levada. Ad un certo punto le indicazioni ci portano a scendere rapidamente fino al sentiero più in basso che segue la levada delle 25 fonti. Il percorso, sempre pianeggiante, prima è aperto, poi si restringe nella vegetazione e i punti esposti sono sempre protetti verso valle. Anche su questa levada si possono ammirare begli scorci sulle montagne ed in certi tratti la vegetazione è particolarmente fitta. Si prosegue così fino all’inizio della levada che parte da una piccola valle nella quale, da un salto di roccia, scendono un’infinità di piccoli rigagnoli d’acqua. E’ anche possibile proseguire ulteriormente seguendo un’altra levada, che noi abbiamo trovato secca, su un percorso che però non è più stato protetto. Questa levada finisce ad una grotta piena di felci e da qui sul fianco scavato di una parete rocciosa che non è possibile seguire.
Il rientro avviene per la via d’andata.
Tornati alle costruzioni abbiamo optato per una risalita con pulmino per il non modico prezzo di € 3 cadauno.

Madeira – Traversata Pico do Arierio, Pico Ruivo
Difficoltà media (alcuni tratti esposti) – 12 km – disl.5-600 mt. - tempo di percorrenza 6 ore circa
Dalla strada che da Funchal, passando per Monte, conduce a Santana, dopo il Paso de Poiso (bar sulla sinistra) giriamo a sinistra per arrivare all’albergo (non più in funzione) sulla cima del Pico do Arierio.
Da qui ci portiamo su di un primo belvedere dal quale parte il sentiero.
Questo sentiero è sempre mosso con ripide salite e discese, sempre protette nei punti esposti con dei corrimani, ed è stato addomesticato (vista la natura particolarmente friabile del terreno) con delle lunghissime scalinate in pietra. Il panorama circostante è particolarmente bello sulle vette e sulle strette valli verdeggianti e l’occhio potrebbe spaziare fino al mare, se le nuvole, sempre presenti, ce lo consentissero. All’andata abbiamo optato (anche perché avevano fatto sparire la segnaletica al bivio) per seguire il sentiero che scavalca il Pico do Gato e poi porta fino al Rifugio subito sotto la cima del Pico Ruivo (che è la cima più alta dell’isola - fin qui 3 ore e ¼). Il rifugio, molto grazioso, offre solo servizio bar ed un rubinetto nelle immediate vicinanze permette di rinfrescarsi. Di qui si arriva alla cima in circa un altro ¼ ora, che noi abbiamo deciso di non fare. Ripreso il sentiero dell’andata ad un certo punto troviamo un bivio e giriamo a destra in una galleria (segnaletica assente) che ci consente di passare sull’altro lato della montagna. Per questo percorso è necessario avere almeno una torcia.
Sull’altro lato della montagna il panorama diventa, se possibile, ancora più bello, abbracciando delle vallate che sembrano abbandonate da sempre. Il sentiero diventa angusto ed in certi tratti parzialmente franato, ma sempre protetto a valle. Superiamo ancora due gallerie e ci ricongiungiamo con il sentiero dell’andata che seguiamo fino alla macchina. Da notare che il sentiero utilizzato per il rientro è più corto e maggiormente pianeggiante.
 

Avrete capito, dalle descrizioni, che la prima escursione e l’ultima sono quelle che mi hanno maggiormente colpito, ma lo scorrere lento della vita nelle isole, alcuni angoli unici e caratteristici e, non guasta, anche un costo della vita più contenuto, mi convincono ad invitarVi a farci un pensiero.
Un pensiero, del resto, non costa nulla !!

Bibliografia
Madeira – Guide Dumont
Portogallo – La guide Mondadori
Itinerari e luoghi – n°45, pagina 62 e seguenti
Itinerari e luoghi – n°127, pagina 44 e seguenti