Rinnovato il Giardino Alpino "A.Segni"

di Esther Sossai - CAI Conegliano 2010

Il gruppo montuoso del Civetta, racchiuso tra la valle del Cordevole e del Maè e circondato dalle più suggestive vette dolomitiche, è di certo una fra le mete più frequentate dai soci della Sezione CAI coneglianese, che può vantare nella zona la proprietà dei rifugi "Mario Vazzoler" al Col Negro di Pelsa e "Maria Vittoria Torrani" al Col della Tenda.

La geomorfologia della zona, caratterizzata dai ghiaioni e dalle rupi dolomitiche,  la rende culla di numerose specie alpine anche rare tra cui il Raponzolo di Roccia (Physoplexis Comosa) e l'Aquilegia di Einsele (Aquilegia Einseliana). Le zone umide di quest'area inoltre ospitano una flora molto specializzata e peculiare: piante carnivore come la l'Erba Unta (Pinguicola Sp.) e la Sassifraga Gialla (Saxigrafa Aizoides).

Nel 1963 maturò in seno alla nostra sezione l'idea di istituire un giardino alpino che potesse far conoscere ai numerosi visitatori della montagna (dai valligiani agli escursionisti) la bellezza e la diversità della flora alpina dolomitica.

Si deve all'allora Presidente della Sezione Italo Cosmo, unitamente a Francesco La Grassa e Giovanni Paoletti, la promozione e lo sviluppo dell'iniziativa di realizzare un giardino alpino. L'area destinata alla struttura venne concessa in comodato d'uso gratuito alla Sezione dalla famiglia Favretti di Agordo.

Le fasi del lavoro vennero suddivise tra i Soci volontari ed il Corpo Forestale di Belluno che, lavorando in sinergia,  portarono a termine la recinzione dell'area, la creazione degli ambienti alpini tipici e la messa a dimora delle piante.

Arrivo quindi  il 1968 e con esso l'inaugurazione del giardino! Tra gli ospiti della giornata inaugurale ci furono i figli dell'allora Presidente della Repubblica Antonio Segni (a cui è dedicato il Giardino Alpino).

Fino a pochi anni or sono la Comunità Montana Agordina ha sostenuto la gestione con un contributo annuale che, si spera, possa essere nuovamente concesso. Il comune di Conegliano attualmente eroga alla sezione un contributo a favore del Giardino Alpino, a fronte di una convenzione novennale.

Col passare del tempo l'azione del tempo ha modificato la morfologia del giardino riducendo ed in alcuni punti azzerando la separazione tra gli ambienti inizialmente creati. Inoltre negli ultimi anni ci si è anche resi conto che non era possibile una buona fruizione da parte dei visitatori perché le aiuole non venivano sistematicamente pulite dalla specie erbacee infestanti, oltre che per la mancata messa a dimora di numerose specie.

Tuttavia, passeggiando lungo i sentieri, era ancora possibile ammirare le stupende fioriture dei rododendri (Rhododendron Ferrugineum e Rhododendron Hirsutum), delle Stelle Alpine (Leontopodium Alpinum) e dell'orchidea più appariscente e rara delle alpi: la Scarpetta della Madonna (Cypripedium Calceolus). Per i numerosi frequentatori delle Dolomiti ed amanti della flora alpina il giardino ha costituito un alternativo mezzo di conoscenza dell'ambiente montano.

Alla gestione del giardino partecipano da anni la dottoressa Annalisa Bogo ed altri Soci volenterosi (Francesco La Grassa, Ugo Baldan, Graziano Zanusso, Gianni Casagrande) che durante il periodo d'apertura si dedicano alla messa in loco dei cartellini relativi alle piante presenti nel giardino. La sezione si avvale anche dell'aiuto del Corpo Forestale dello Stato, che ad inizio stagione provvede ad una pulizia sommaria dei sentieri.

Nel biennio 2009-2010 la nostra Sezione si è impegnata a rinnovare l'attenzione a favore del giardino. Dalle numerose riunioni effettuate e grazie alle osservazioni dei Soci, era emerso che il pubblico aveva difficoltà nell'associare il cartellino alla relativa specie. Si è quindi proceduto al rinnovo della collezione delle targhette identificative.

Il primo passo è stato quello di compilare un elenco delle specie presenti all'interno dei 5.000 metri quadrati del giardino. Le piante sono state raccolte ed identificate, pressate e quindi seccate, per allestire un erbario. Questa attività è stata da me svolta durante il tirocinio formativo per la laurea triennale in Scienze Naturali dell'Università degli studi di Padova. Durante il periodo di stage mi sono quindi  improvvisata guida naturalistica per i visitatori del giardino.

Le specie presenti sono risultate 175 (ma il censimento continua!) ed è su questa base che si è provveduto a realizzare i nuovi cartellini, dotati appunto di un disegno e di informazioni aggiuntive.

L'estate 2010 ha portato alla messa a dimora dei pannelli descrittivi degli ambienti del giardino, opera effettuata grazie alla dottoressa Annalisa Bogo.

Spero che le iniziative svolte in questi due anni siano solo l'inizio di altre azioni volte al ripristino ed alla riqualificazione del giardino, un bene che dovrebbe essere valorizzato ed apprezzato da tutti i Soci della Sezione.

Per far fronte ai problemi gestionali che attualmente presenta il giardino, sarebbe interessante collaborare con l'Università di Padova o con altri istituti interessati a tale attività, in modo tale da attuare dei progetti utili ai collaboratori, ed al giardino stesso.

Risulta anche opportuna l'iscrizione del nostro giardino all'Associazione Italiana dei Giardini Botanici Alpini (A.I.G.B.A.), che promuove  lo sviluppo e la cooperazione tra essi. Tale iscrizione, oltre a far conoscere il giardino a livello nazionale, darebbe la possibilità di effettuare agevoli scambi di esperienze su tutto ciò che riguarda i problemi scientifici e gestionali di queste strutture.

Colgo anche l'occasione per lanciare un messaggio a coloro che a titolo di volontariato, come avviene nell'ambito del CAI, potrebbero costituire un gruppo di lavoro naturalistico per la gestione del nostro giardino alpino "Antonio Segni".

Invito tutti i Soci interessati a partecipare con consigli, proposte, ma anche critiche costruttive, perchè tutti insieme possiamo far ridiventare il giardino del Rifugio Vazzoler un museo vivente della bellezza alpina e dolomitica. Non rendiamo vano, con l'indifferenza, il lavoro svolto da decine di persone in questi anni!

Concludo citando una frase del notiziario delle gite della sezione del 1967: “il nostro giardino botanico è un'opera di coraggio e sarà molto utile per far conoscere ed amare le piante a tutti i frequentatori del nostro rifugio”.

Depliant del Giardino (a cura di Annalisa Bogo)