Elogio del capogita

 

di Tomaso Pizzorni - CAI Conegliano 2004

 

Per il solo fatto di proporsi come capogita, o di accettare di farlo quando richiesto, il socio merita tutto il riconoscimento della Sezione e la gratitudine dei partecipanti alle escursioni sociali. Al contrario, capita a volte che il capogita venga criticato quando qualcosa non è andato come ognuno vorrebbe.
In questa sede voglio invece fare solo elogi. E lo faccio perché so che il C.G. deve pensare a:
- studiare preventivamente l’itinerario da proporre alla Commissione Escursionismo, consultando guide, monografie e cartine topografiche e informandosi presso esperti conoscitori della zona;
- verificare di persona il percorso da fare, anche per prevenire incertezze e inconvenienti. per scegliere i punti di sosta, e così via;
- determinare i dislivelli da superare e valutare con prudenza i tempi di marcia, tenendo anche conto delle caratteristiche individuali dei partecipanti e degli altri fattori che possono influire sulla progressione;
- stabilire gli equipaggiamenti individuali e collettivi in funzione del percorso e dell’ambiente;
- predisporre la relazione da inserire nel notiziario e la locandina da esporre;
- informarsi sulle vie d’accesso e i mezzi più adatti per l’avvicinamento ;
- fissare gli orari di partenza e di arrivo;
- in casi particolari, decidere il numero massimo di componenti del gruppo;
- designare un aiutocapogita;
- nel caso di gite con pernottamento, prendere contatto con i gestori dei rifugi per stabilire le condizioni della prenotazione;
- curare, il martedì precedente, la presentazione, con la proiezione di filmati e/o diapositive inerenti la zona e l’ambiente;
- ribadire, in tale occasione, le informazioni e raccomandazioni del caso, specie in presenza di neofiti;
- avviare tra i presenti la raccolta delle adesioni e delle relative quote, preoccupandosi della consegna degli elenchi ai recapiti sezionali;
- nei giorni precedenti la gita, seguire l’evoluzione dele condizioni meteo, anche per eventuali decisioni alternative (annullamento, modifica itinerario ecc...)
- fornire al Segretario i dati per la copertura assicurativa CAI;
- verificare, alla partenza, che i partecipenti (specialmente quelli “nuovi”) siano equipaggiati a dovere e siano in condizioni di compiere il percorso stabilito;
- portare con sè quanto necessario, anche per far fronte a piccoli imprevisti, incertezze o incidenti. Ad esempio altimetro, cartina, bussola, piccola dotazione di primo soccorso ecc...;
- conoscere le modalità per attivare il Soccorso Alpino nella malaugurata ipotesi di infortunio a carico di uno o più partecipanti;
- regolare l’andatura del gruppo in modo da evitarne lo sfaldamento. E assicurarsi che una persona “esperta” aiuti chi è in difficoltà e/o in ritardo;
- prevedere opportuni momenti di sosta in funzione della lunghezza del percorso;
- fare in modo che tutti i partecipanti rispettino l’ambiente e tengano comportamenti consoni alle regole CAI;
- controllare, prima della partenza per il rientro, che tutti gli iscritti siano presenti;
- in caso di gita con automezzi privati, fare in modo da limitare il numero delle vetture da utilizzare, razionalizzando la distribuzione del partecipanti;
- consegnare al Segretario, in tempi brevi ,l’elenco dei gitanti e le quote riscosse;

A questo punto, visto quali sono i loro compiti, siamo convinti che i capigita meritino almeno un monumento!
Comunque, li ringraziamo per la loro disponibilità in quanto non solo provvedono a tutte le incombenze elencate sopra, ma a gita conclusa offrono spesso una gustosa fetta di torta, un dolcetto, un’ombra ai compagni di avventura... o di disavventura.