Treviso, mercoledì 11 dicembre 2002, S. Damaso

 


Adriano Dal Cin 38 anni esperto scalatore coneglianese che ha conquistato un 8 mila del Tibet senza fare uso della maschera a ossigeno «Una sfida con me stesso» (cronaca)

Scala vetta del Tibet senza ossigeno
Adriano Dal Cin, coneglianese di 38 anni
conquista gli 8201 metri del «Cho-oyu»


CONEGLIANO. Ha scalato senza ossigeno il Cho-oyu, una vetta del Tibet del versante cinese dell'Himalaya la sesta al mondo con i suoi 8201 metri. Si chiama Adriano Dal Cin, ha 38 anni è coneglianese ed è impiegato alla Zanussi. E' partito zaino in spalla, con altri 4 amici il primo settembre ed è tornato a metà ottobre. Quattro le tappe, effettuate in 3 settimane e mezzo per raggiungere la cima. La prima a 6430 metri, la seconda a 7120 e la terza a 7580, con una percentuale d'ossigeno pari al 30%. «I primi giorni c'era brutto tempo - racconta Adriano Dal Cin - a causa del monsone per cui siamo rimasti qualche giorno al campo base per acclimatarci. Siamo partiti in 150 persone, ma solo 50 sono arrivate in cima».
«Io sono stato il primo dei miei compagni, riuscendo a guadagnare gli ultimi 400 metri in 4 ore e mezzo. E' stata un'esperienza meravigliosa, dritto davanti a me a 20 chilometri c'era l'Everest tutto bianco che si stagliava nell'azzurro del cielo», continua lo scalatore. Ma la passione per le scalate è molto costosa: quella appena conclusa è costata 6 mila euro, di cui 3 mila solo per ottenere il permesso dallo stato cinese. Ma quella di Adriano Dal Cin per la montagna è una grande passione trasmessagli fin da piccolo dai genitori entrambi originari dal Comelico. Prima le gite domenicali in montagna con il Cai, poi l'addestramento militare durante la leva tra gli alpini ad Aosta dove «mi sono reso conto di poter sostenere livelli di sopportazione fisica e psicologica che mai avrei pensato», racconta Dal Cin. Ed è proprio da questa esperienza che Dal Cin matura il desiderio di cimentarsi in imprese difficili. La prima risale al 1988 quando a soli 22 anni scala una delle cime del monte Rosa di 4000 metri, mentre qualche anno più tardi fa tutte le 15 vette del Rosa. Ma la prima vera esperienza impegnativa risale al '90 quando Dal Cin scala il Kilimangiaro, seguita l'anno successivo dai 4 vulcani cileni di 6000 metri e dai 2 boliviani di pari altezza. Ma come ci si prepara per una tale impresa? «Quello che conta è la resistenza fisica. Per questo in estate e in inverno tutte le domeniche vado in montagna - spiega Dal Cin - faccio alpinismo o sci di fondo, mentre 3 volte alla settimana dopo il lavoro vado a correre. E' importante abituare il corpo a grossi dislivelli anche di 2000-2500 metri». Ma perché scalare una cima senza ossigeno? «E' una sorta di sfida che ogni volta ingaggio con me stesso. Scalare una montagna rappresenta per me la possibilità di conoscere i miei limiti». Ma qualche momento di paura Dal Cin l'ha provato, in particolar modo l'anno scorso nel Karakorum. «E' stata un'impresa difficile. Siamo stati tre sotto una bufera di neve. Alla fine abbiamo deciso di tornare indietro per non rischiare di venir schiacciati dal peso della neve. La discesa è stata difficile perché non si vedevano le corde fisse e siamo andati a tentoni. Un belga della nostra spedizione ha sbagliato l'appiglio ed è caduto in un precipizio».