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Adriano Dal Cin 38 anni esperto scalatore coneglianese che ha
conquistato un 8 mila del Tibet senza fare uso della maschera a
ossigeno «Una sfida con me stesso» (cronaca)
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Scala vetta del Tibet senza ossigeno
Adriano
Dal Cin, coneglianese di 38 anni
conquista gli 8201 metri del «Cho-oyu»
CONEGLIANO. Ha scalato senza ossigeno il Cho-oyu, una vetta del Tibet
del versante cinese dell'Himalaya la sesta al mondo con i suoi 8201
metri. Si chiama Adriano Dal Cin, ha 38 anni è coneglianese ed è
impiegato alla Zanussi. E' partito zaino in spalla, con altri 4 amici il
primo settembre ed è tornato a metà ottobre. Quattro le tappe,
effettuate in 3 settimane e mezzo per raggiungere la cima. La prima a
6430 metri, la seconda a 7120 e la terza a 7580, con una percentuale
d'ossigeno pari al 30%. «I primi giorni c'era brutto tempo - racconta
Adriano Dal Cin - a causa del monsone per cui siamo rimasti qualche
giorno al campo base per acclimatarci. Siamo partiti in 150 persone, ma
solo 50 sono arrivate in cima».
«Io sono stato il primo dei miei compagni, riuscendo a guadagnare gli
ultimi 400 metri in 4 ore e mezzo. E' stata un'esperienza meravigliosa,
dritto davanti a me a 20 chilometri c'era l'Everest tutto bianco che si
stagliava nell'azzurro del cielo», continua lo scalatore. Ma la
passione per le scalate è molto costosa: quella appena conclusa è
costata 6 mila euro, di cui 3 mila solo per ottenere il permesso dallo
stato cinese. Ma quella di Adriano Dal Cin per la montagna è una grande
passione trasmessagli fin da piccolo dai genitori entrambi originari dal
Comelico. Prima le gite domenicali in montagna con il Cai, poi
l'addestramento militare durante la leva tra gli alpini ad Aosta dove «mi
sono reso conto di poter sostenere livelli di sopportazione fisica e
psicologica che mai avrei pensato», racconta Dal Cin. Ed è proprio da
questa esperienza che Dal Cin matura il desiderio di cimentarsi in
imprese difficili. La prima risale al 1988 quando a soli 22 anni scala
una delle cime del monte Rosa di 4000 metri, mentre qualche anno più
tardi fa tutte le 15 vette del Rosa. Ma la prima vera esperienza
impegnativa risale al '90 quando Dal Cin scala il Kilimangiaro, seguita
l'anno successivo dai 4 vulcani cileni di 6000 metri e dai 2 boliviani
di pari altezza. Ma come ci si prepara per una tale impresa? «Quello
che conta è la resistenza fisica. Per questo in estate e in inverno
tutte le domeniche vado in montagna - spiega Dal Cin - faccio alpinismo
o sci di fondo, mentre 3 volte alla settimana dopo il lavoro vado a
correre. E' importante abituare il corpo a grossi dislivelli anche di
2000-2500 metri». Ma perché scalare una cima senza ossigeno? «E' una
sorta di sfida che ogni volta ingaggio con me stesso. Scalare una
montagna rappresenta per me la possibilità di conoscere i miei limiti».
Ma qualche momento di paura Dal Cin l'ha provato, in particolar modo
l'anno scorso nel Karakorum. «E' stata un'impresa difficile. Siamo
stati tre sotto una bufera di neve. Alla fine abbiamo deciso di tornare
indietro per non rischiare di venir schiacciati dal peso della neve. La
discesa è stata difficile perché non si vedevano le corde fisse e
siamo andati a tentoni. Un belga della nostra spedizione ha sbagliato
l'appiglio ed è caduto in un precipizio».
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