Proiezioni dal 57° TrentoFilmfestival 2009
CAI Conegliano - 6 novembre 2009
"Die Seilbahn", ovvero "Le funivie", è un cortometraggio, in forma di cartone animato, a colori di soli 7 minuti. Protagonista è un simpatico anziano raffreddato, con poca forza in corpo ma tantissima voglia di vivere. Una situazione tragicomica, una sfida improbabile che, causa forze maggiori, vede da un lato l'uomo e dall'altro la montagna. O, per meglio dire, la iella.
Mentre è a bordo di una cabina in funivia,
verso qualche luogo di montagna, un uomo, anziano e raffreddato, comincia a
starnutire. Ad ogni starnuto, la vecchia cabina trasandata comincia a cadere a
pezzi. L'uomo però, non è per nulla rassegnato ad un tragico destino e, armato
di nastro adesivo, sfida l'improbabile salita.
Questo film, firmato dalla regista
Valeria Allevi e da Sara Sottocornola che lo ha ideato, vuol essere un ritratto
di Karl Unterkircher come alpinista, ma anche come uomo. Ripercorre la sua vita,
partendo dalla grande spedizione del 2004 all’Everest e K2, durante la quale
riuscì a salire entrambe le montagne, senza ossigeno, nell’arco di soli 63
giorni. Quel momento, per lui ha rappresentato una svolta e un’occasione unica
per emergere ed avere così la possibilità di realizzare le sue idee di un
alpinismo nuovo, esplorativo, ma dallo stile impeccabile, non sono sulle pareti
di casa ma anche in altissima quota. Sono questi i principi fondamentali da cui
è nato l’alpinismo, e Karl li ha interpretati con il suo modo essenziale di
vivere la montagna, trovando una risposta coerente nello stile alpino e la loro
massima espressione nella prima salita alla Nord del Gasherbrum II, compiuta nel
2007.
Alla narrazione e alle immagini delle sue imprese, nel film s’intrecciano i
racconti di chi ha condiviso con lui esperienze di vita e di montagna. Ne emerge
la traccia profonda che Karl ha lasciato negli animi e nell’alpinismo
realizzando quel che era il suo sogno: vivere la montagna, giorno per giorno,
con coraggio, consapevolezza e spontaneità. Tranquillo, sorridente, ma anche
testardo e determinato, Karl affrontava ogni sfida con energia positiva. La
calma e la sicurezza con cui si muoveva in montagna, ricordate dai suoi compagni
di cordata, sono però in netto contrasto con i sentimenti espressi nei suoi
ultimi diari, scritti dal campo base del Nanga Parbat pochi giorni prima del
tragico epilogo. La sua scomparsa, in un crepaccio, sulla parete Rakhiot.
"Queste immagini non desiderano solo raccontare una storia come tante altre, ma cercano di trasmettere anche le grandi emozioni che riempiono di immenso ogni attimo di vita vissuto con passione. Anche perchè talvolta si possono provare sensazioni che poi risulta difficile condividere totalmente con gli altri". E' Elio Orlandi che parla, e questo è il suo ultimo film: "Oltre la parete".
"L'alpinismo e
l'arrampicata dovrebbero essere sempre sinonimo di serenità - dice Orlandi
presentando il suo ultimo film alla 57esima edizione del Trento FilmFestival -,
divertimento, spirito libero, condivisione di passioni, reciproco rispetto,
amicizia. Tutto questo, è quanto abbiamo provato e vissuto durante questa
esperienza in Patagonia".
"Perchè oltre la parete vi sono tutti gli altri valori della vita, molto più
importanti - continua l'alpinista trentino svelando le ragioni del titolo
dell'opera -. Risulta così essere un film spontaneo, disincantato e senza
finzioni, che riporta solamente la realtà autentica di un'avventura verticale,
in particolare là dove non possono arrivare le troupe televisive o le grandi
produzioni".
"El gordo, el flaco y l'abuelito", cioè
"il ciccione, lo smilzo e il nonnetto". Così Orlandi, Larcher e Leoni hanno
battezzato la nuova via che hanno aperto sulla strapiombante parete Est della
Torre Centrale del Paine (2.454 metri).
Per saperne di più: La salita del film, Una nuova via nel 2009
Fonti: www.montagna.tv