Esordio narrativo
sfavillante per Giuseppe Cederna. Per scrivere “Il grande
viaggio”, edito da Feltrinelli, Cederna ha impiegato due anni,
rinunciando al cinema e al teatro. Lo ha scritto un po’ a
Sarzana, dove vive, un po’ in Marocco e a Ponte in Valtellina,
dov’è la casa di famiglia, ed è tornato due volte a Delhi per
documentarsi. Alla base c’è un viaggio vero, fatto in treno, a
piedi, in jeep nel novembre 1999, alle sorgenti del Gange nella
regione indiana del Garhwal. Ne è uscito una sorta di trek
iniziatico, scandito da paesaggi emozionanti e incontri
rivelatori sotto i cieli immensi himalayani. E’ un libro molto
personale, pieno di colori, odori, suoni. E’ anche un diario
spirituale idealmente dedicato a tre persone che non ci sono
più, ma sono presenti nel libro: il padre Antonio, l’amica Paola
Biocca, operatrice umanitaria morta in un incidente aereo in
Kosovo, e il maestro d’adolescenza Marco Lombardo Radice.
Giuseppe Cederna,
nato a Roma nel 1957, è attore di teatro e di cinema. Tra i film
ricordiamo “Marrakech Express” del 1989 e “Mediterraneo” del
1991, Premio Oscar per il miglior film straniero del 1991,
entrambi diretti da Gabriele Salvatores. Altri registi con cui
ha lavorato: Luigi Comencini, Marco Bellocchio, Lina Wertmüller,
Mario Monicelli, Silvio Soldini, Neri Parenti, Carlo Lizzani,
Ettore Scola, Bruno Bozzetto, Fratelli Taviani, Gabriele Lavia.
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