Le Gorge du Verdon

di Massimo Motta - CAI Conegliano 2006

Come in ogni famiglia che si rispetti, con figli in età da guerriglia condominiale ed opinioni precise e divergenti, anche quest’anno ci siamo ritrovati il problema di dove andare in vacanza. Il figlio voleva la montagna, la figlia richiedeva acqua ed il coniuge avrebbe optato per dei gustosi intermezzi cultural-architettonici : mica semplice la dialettica che si è formata. Abbiamo spaziato per mezzo globo e quando stavamo passando ad esaminare l’altro mezzo, con un preoccupato occhio al conto in banca, un’amico mi ha tolto d’impaccio con un suggerimento che si è dimostrato vincente: le gole del Verdon. <<Trovi l’acqua nelle gole e nel lago di Sante-Croix, puoi fare delle belle escursioni a piedi nelle gole, i posti sono belli e poi sei in Francia ........>>.

Non sò cosa sia passato per la mente della famiglia, ma a me sono tornati in mente i bei filmati di arrampicata di Patrick Edlinger, delle discese in canoa, del canyonig, insomma l’amico mi aveva fatto tornare in mente un posto dove avrei voluto andare, in più, ho messo d’accordo tutti.

E così è stato: in mezzo ad un giro nella Francia del sud, abbiamo dato un prevalente rilievo ad un soggiorno nel Verdon.

 

Il Verdon nasce a 2.150 metri, nel massiccio del Sestriére. Trattenuto dapprima dalle dighe di Castillon e Chaudane, esso s’inabissa in seguito nelle fantastiche gole scavate nei calcari giurassici attraverso preesistenti fenditure. Il tratto più spettacolare del percorso è situato tra Castellane e Moustiers-Sainte Marie, quando il Verdon si tuffa nelle acque del lago di Sante-Croix.

Edouard Alfred Martel è lo speleologo che, nel 1905, per primo effettua, in tre giorni e mezzo, la discesa completa del Grande Canyon. Alla fine della discesa non esita a descriverlo come <<il più americano di tutti i canyon del vecchio mondo>>.

Il fluoro, abbondante nelle acque, agisce sulle micro alghe provocando la colorazione d’un verde intenso che aumenta con la profondità. Un dono della natura che gli ha valso il suo nome.

Per una visione d’insieme è consigliabilissimo percorrere in auto entrambi le strade sommitali : sulla sponda sinistra la Cornice Sublime e sulla sponda destra la Strada delle Creste. In tutte e due sono frequenti i punti di sosta panoramici, con lo sguardo che precipita verso il basso ad ammirare il fondo delle gole. Un punto particolare, per ogni appassionato di montagna, è il Belvedere dell’Escales, lungo la Strada delle Creste, è qui che la roccia precipita verso il basso e gli arrampicatori trovano il loro terreno di gioco: e che gioco!

Di solito i free climbers si nascondono dalla strada, ma spesso è anche possibile trovare qualcuno che si cala dall’alto per dare uno spettacolo nello spettacolo.

 

 

I sentieri che abbiamo percorso nella zona sono stati il Sentiero Martel, dedicato al geologo francese che per primo ha effettuato la discesa delle gole, ed il sentiero dell’Imbut. Il primo non presenta particolari difficoltà, a parte la lunghezza, ed è da consigliare a chi può effettuare solo uno dei due giri proposti. Il secondo presenta qualche difficoltà in più del precedente, ma è di sicura soddisfazione per un’escursionista,  comunque non richiedendo particolari attrezzature, fatta eccezione per l’eventuale rientro per il sentiero Vidal di cui si dirà in seguito.

L’attrezzatura consigliata è quella da normale escursionismo con pedule da camminata. Consigliato un costume da bagno ed un’asciugamano per effettuare il bagno nelle fredde acque del Verdon. La vicinanza delle acque, non sò per qual motivo, provoca una grande sete, è quindi necessaria una congrua scorta d’acqua, oltre ad almeno una torcia per il superamento dei tunnel finali del sentiero Martel.

Teniamo infine presente che siamo nel fondo di delle gole e che quindi in caso di brutto tempo dobbiamo avere la necessaria attrezzatura, non essendoci vie d’uscita durante il percorso.

 

SENTIERO MARTEL – GR4 Sponda destra

Km. 14 – Disl. 845 (+) – 1.085 (-) Tempo di percorrenza 6-7 ore circa

Effettuare il percorso nel senso La Maline – Punto Sublime, per affrontare i passaggi scoscesi in discesa ed evitare un’inutile fatica. Prendere accordi precedenti alla partenza presso La Maline per il rientro in taxi e recuperare l’auto alla partenza. Portare delle torce per l’attraversamento in sicurezza dei tunnel finali.

La partenza avviene dallo Chalet de la Maline (possibile il pernottamento), lungo la Strada delle Creste. Una tabella in legno ci informa sulle caratteristiche del sentiero. Il percorso inizia a tornanti in costante discesa e ci porta fino al letto del Verdon. Arrivati al fondo potremmo andare a destra per raggiungere la passerella dell’Estelliè, attraversarla ed effettuare il percorso dell’Imbut. Noi invece andiamo a sinistra per ottimo sentiero (Attenzione alla segnaletica: un segno = indica che siamo sul sentiero, mentre un segno + indica che ne stiamo uscendo per dirigerci verso il torrente). Il percorso è a tratti vicino al fondo delle gole oppure, spesso, più in alto con bei panorami sulle gole stesse. Durante il percorso è possibile fermarsi a fare un tonificante tuffo nelle verdi acque fredde, in un’ambiente estremamente bello e selvaggio.

A circa metà percorso una deviazione sulla destra ci porta in circa 10 minuti alla bellissima confluenza tra l’Artuby ed il Verdon. Tornati indietro riprendiamo il percorso ed arriviamo alla Breccia Imbert dove, tramite una serie di scale metalliche, ridiscendiamo verso il basso. Da qui in avanti avremo di fronte lo spettacolo delle pareti dell’Escales ed il sentiero passa nelle vicinanze di una serie di grotte. Verso la fine ci attendono due tunnel, il primo di 100 metri ed il seguente di 670. Superati i tunnel siamo arrivati alla fine, qui è possibile vedere spesso gli appassionati di canyoning che iniziano la loro discesa nel Verdon. Tramite delle scale in cemento arriviamo al Belvedere Samson e, prima per strada e poi per sentiero, raggiungiamo il punto Sublime.

 

SENTIERO DELL’IMBUT – GR99 Sponda sinistra

Solo andata: Km.5,5 – Disl. 510 – Tempo di percorrenza 2,5-3 ore circa

Ci portiamo al parcheggio nelle immediate vicinanze dell’albergo del Grande Canon, di fronte al posto di soccorso dei pompieri. Sull’altra sponda, più in alto, vediamo lo Chalet di La Maline. Percorriamo brevemente la strada in direzione Aiguines, quando sulla destra troviamo la tabella in legno con le informazioni e l’inizio del percorso. Il sentiero scende ripido con passo difficoltoso per le molte rocce (alcuni piccoli tratti attrezzati). Arrivati sul fondo si prosegue, andando a sinistra, in saliscendi, su sentiero ben segnato ma sempre con qualche difficoltà di percorrenza dovuta alla morfologia del terreno. Raggiungiamo in breve la passerella dell’Estelliè,  noi proseguiamo sullo stesso lato delle gole non attraversandola. Il sentiero arriva a dei facili tratti attrezzati scavati nelle rocce. Superatili siamo nei pressi dello Stige o fiume degli inferi, dove il Verdon ha scavato un nuovo passaggio tra le rocce franate creando un piccolo canon nel grande. L’ambiente è molto suggestivo e le acque assumono un colore stupendo. In alto una corda sventola a chissà quale ricordo e più avanti una targa in memoria ci fà fare strane congetture. Si prosegue ancora sul sentiero in parte attrezzato e poi, in salita, fino al bivio con il sentiero Vidal che ci potrebbe concedere una veloce via di ritorno. Il sentiero Vidal è un percorso di soccorso che risale alla strada ed al posto di soccorso in circa 1 ora. Ha tutte le caratteristiche, almeno alla partenza, per poter essere definito una ferrata per cui, non avendo appresso l’attrezzatura, non ci siamo fidati a percorrerlo anche perchè la guida lo definisce come << vertiginoso sbocco di soccorso alla D71>>.

Noi proseguiamo sulla destra ed in discesa arriviamo all’Imbut, dove l’acqua si ingolfa in una fenditura delimitata da colonne calcaree simili a canne d’organo. Da qui in avanti sarebbe possibile proseguire solo con attrezzature da immersione, peraltro con serio pericolo a causa dei vortici. Il posto ha un fascino particolare ed è quindi qui che è consigliabile fare il pranzo ed una lunga sosta. Il rientro avviene per il percorso dell’andata oppure per il sentiero Vidal (ah, se avessimo avuto l’attrezzatura). Durante il rientro un bagno tonificante nelle acque del Verdon e poi sù, fino alla macchina.

 

Nella zona sono possibili altri percorsi. Sul posto possono essere reperite le informazioni necessarie e la carta della zona. Informazioni più dettagliate possono essere visionate su www.madia.it/md_verdon.htm con link di informazioni dettagliate sul Verdon ed i suoi percorsi.