Una palestra dedicata alla memoria e costruita per il presente

di Stefano Mason - Scuola di Alpinismo e di Arrampicata Libera “Le Maisandre” - 2004

A Pieve di Soligo, in Località Barbisano, è stata inaugurata in ottobre la palestra di arrampicata sportiva "Giovanni e Massimiliano".

Le dimensioni, sia in elevazione che come superficie arrampicabile , la collocano tra le strutture di arrampicata più importanti della Regione. Una delle poche gestite dal Club Alpino Italiano.

La realizzazione sia in fase di progetto che nella fase esecutiva ha coinvolto l'anima del volontariato di molti soci CAI della Scuola di Alpinismo di Conegliano e Pieve di Soligo. La collaborazione tra progettisti e esecutori che svolgono anche un attività all'interno del CAI come Istruttori Nazionali, Regionali e Sezionali ha permesso di realizzare una struttura in grado di soddisfare sia le esigenze propedeutiche all'arrampicata sia quelle sportive. Pannelli in appoggio con prese ravvicinate facilitano l'acquisizione delle tecniche principali del movimento, mentre le soste intermedie sono utili per l'insegnamento della progressione in cordata e per l'organizzazione di manovre di recupero. Vie tracciate da specialisti permettono di misurarsi con difficoltà medio basse 4 grado , fino a raggiungere difficoltà più sostenute 7b,8a.

L'apertura al pubblico della palestra avverrà in marzo per due giorni settimanali in orario serale. La definizione precisa di date e orari verrà resa nota in sede CAI e sul sito Internet.

E' evidente che una struttura di arrampicata sportiva non ha la pretesa di sostituire l'attività alpinistica che viene svolta in ambiente, ne tantomeno è in grado di far apprendere tutte le tecniche e le conoscenze che sono necessarie per praticare l'attività in montagna. A tal proposito vorrei cogliere l'occasione per chiarire alcuni aspetti, rivolgendomi soprattutto a coloro che per la prima volta si avvicinano al mondo dell'arrampicata. Raggiungere una cima percorrendo la sua verticalità significa essere in grado di "leggere" la via, sapere dove e quando utilizzare le protezioni, conoscere i propri limiti e confrontarli con le difficoltà che la via richiede (l'affermazione "sono stanco torno indietro" fatta a metà parete non trova molti consensi tra gli alpinisti), essere in grado di soccorrere se stessi e gli altri in caso di incidente o di inaspettate variazioni metereologiche, usare nel modo corretto materiali corretti, essere eleganti e leggeri nella progressione su terreni inconsistenti per non provocare inutili e pericolose cadute di massi ecc. Solo da questo primo elenco ci si può rendere conto che per un alpinista oltre che le prestazioni contano anche le numerose scelte da fare e responsabilità da assumersi durante la progressione, per garantire la propria e l'altrui sicurezza.

Le soddisfazioni dopo aver raggiunto la cima non sono ovviamente confrontabili con quelle che si hanno dopo aver salito i 12 m di una struttura metallica tra prese rosse e gialle. E' tuttavia doveroso sottolineare come una palestra per arrampicata sportiva, artificiale e non, è in grado di consentire a chi arrampica di dedicare la necessaria attenzione alla tecnica di movimento e all'allenamento alla resistenza non preoccupandosi eccessivamente di una sicurezza che viene garantita seguendo le normali procedure di assicurazione. Io le ho chiamate normali ma bisogna conoscerle.

Personalmente suggerirei a chi vuole avvicinarsi per la prima volta a questa disciplina, di farlo accompagnato da una persona che già la conosce e la pratica da tempo. In questo modo si avrà l'occasione di apprezzare gli altri vantaggi offerti dall'arrampicata sportiva che è in grado di riservare forti sensazioni e particolari gratificazioni per la continua richiesta di abilità legate all'equilibrio e all'eleganza del movimento.

Infine volevo ricordare che la Palestra di arrampicata è stata dedicata alla memoria di Giovanni e Massimiliano due alpinisti che ci hanno lasciato recentemente e il cui ricordo richiama molto lo spirito con cui ognuno di noi ha lavorato per realizzare questa struttura. Personalmente vorrei aggiungere una dedica a una persona che prima dell'inaugurazione non conoscevo nemmeno, non arrampica non va in montagna è solo un amico di un nostro Istruttore. Durante la festa dell'inaugurazione facendosi avanti tra, Sindaci, Presidenti e Istruttori mi si è avvicinato e mi ha chiesto come andava. Si chiama Ivan e insieme al nostro Donadel è stato quello che in silenzio ha lavorato per un numero impressionante di ore che di fatto hanno permesso la realizzazione di un'opera che altrimenti con i soli finanziamenti comunali non avrebbe avuto nessun seguito…. ……Solo per passione.