XVII incontro di Alpinisti ed Ambientalisti

in difesa dell’antica Foresta del Cansiglio

Domenica 9 novembre 2003

INCONTRO TRA VENETI E FRIULANI A FORCELLA PALANTINA

Incontro alle ore 9.30 a Pian Canaie, sulla strada che da Campon porta alla località Vivaio (continuando si arriva a Col Indes ). Possibilità di parcheggio lungo la strada o nell'area di una vecchia cava di fianco alla strada stessa, tra le case del villaggio cimbro di Canaie e lo sbocco della Valbella.

Ore 10 - Partenza della marcia, dall'area della vecchia cava, dove parte il sentiero per i resti di "Canaie vecio", uno dei primi insediamenti cimbri nella foresta, resti recuperati dall'Associazione Cimbri del Cansiglio. Verranno fornite spiegazioni storiche sulla forestale la sua storia millenaria.
Raccordo con il sentiero CAI 922, sentiero naturalistico C, pezzo in comune anche con l'Alta Via n. 6. Il percorso di svolge in una faggeta mista ad abete bianco, di grande suggestione
 

Arrivo a Casera Palantina circa alle 11.30. Interventi vari e pranzo al sacco.

Ore 15 circa, - Inizio del ritorno, seguendo ancora il sentiero C- CAI 922, oppure per percorsi alternativi.

Ore 16.30 - Incontro alla Sala "Le Code"(annessa al Bar Bianco) in Pian Cansiglio per una discussione sulla giornata e sulle iniziative in organizzazione.

Per informazioni: Toio De Savorgnani 0438/581989 - toiodesavorgnani@virgilio.it
 

Il comunicato di Toio de Savorgnani

Anche quest’anno e per la diciassettesima volta avrà luogo la ormai tradizionale “Marcia di alpinisti ed ambientalisti in difesa dell’antica foresta del Cansiglio”.


Anche quest’anno i motivi per proporla non mancano:

- è un appuntamento consolidato che serve a ribadire, di anno in anno, che il Cansiglio è un’area importante e per Cansiglio si intende non solo la Piana e la Foresta, ma anche le cime circostanti, dal Pizzoc-Millifret fino al Col Nudo-Cavallo, sia in Veneto che in Friuli

- è un evento che dimostra come l’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo alpinistico ed ambientalista non cala ma è sempre vigile

- è l’occasione per far sapere a tutti gli abitanti del Veneto e del Friuli, di anno in anno, che cosa succede in Cansiglio, sia in senso positivo che negativo.

Con questa manifestazione le Associazioni ambientaliste chiedono, sia alla Regione Veneto che alla Regione Friuli Venezia Giulia, l’istituzione di due Riserve Regionali contigue  sui rispettivi demani regionali, come primo passo per ritrovare una forma di gestione unitaria e la creazione di una futura area protetta che occupi anche i territori circostanti: Monte Pizzoch, Torrion, gruppo del Col Nudo-Cavallo.

Anche quest’anno esistono dei motivi di seria preoccupazione:

- con la pubblicazione definitiva dell’elenco dei beni potenzialmente vendibili dallo Stato, la cosidetta cartolarizzazione, siamo ora certi che nessuna area del Cansiglio è in svendita (sembrava che lo fosse la Riserva Biogenetica gestita dal Corpo Forestale dello Stato), ma la notizia era stata anticipata da fonti autorevoli, quindi la vivace levata di scudi ha forse fatto depennare la voce Cansiglio dall’elenco

- in comune di Farra d’Alpago continua l’asportazione di carbonato da quell’enorme voragine che si chiama Cava di Col de Vi. E ormai da qualche anno i cavatori chiedono l’ampliamento a raddoppio della cava sul versante trevigiano, in comune di Vittorio Veneto.

- ma il mal della cava sembra aver colpito altri comuni dell’Alpago e l’epidemia si sta diffondendo. In comune di Chies è stata aperta una nuova cava in zona Malga Cate, all’uscita della Val Salatis  e la ferita nella montagna si vede ormai da Belluno.

Ma anche il comune di Tambre ha autorizzato una nuova cava (gli amministratori la chiamano “recupero”, ma trattasi di una vecchi cava piccolissima, ormai quasi invisibile…) e ne autorizzerà un’altra. Nel frattempo uno dei grossi imprenditori del carbonato, già operante sia sul versante friulano che su quello veneto, sta acquistando più terreni possibile attorno all’area che includerà le tre cave ed il gioco è ormai noto: per qualche anno caveranno i piccoli imprenditori locali, poi arriverà il “pesce grosso” e imporrà una cava da 7-800.000 o forse un milione di metri cubi. Per chi conosce la Val Salatis capisce al volo lo scempio che ne uscirà, ma la proposta di recupero è già pronta: nell’area selvaggiamente massacrata da questa nuova cava si farà una nuova Zona Industriale o artigianale di circa 24.000 metri quadri… sembra una presa in giro, invece è questa la proposta di cui si sta parlando. Ci si augura che l’amministrazione di Tambre abbia la sensibilità e la capacità di resistere a questi progetti speculativi e non svenda il proprio territorio in cambio di un ritorno economico comunque non paragonabile al danno ed alla ferita all’ambiente che rimarranno  per sempre.

- sappiamo che per Pieve d’Alpago, Comune “escluso” dalla grande abbuffata delle cave, ci sono degli imprenditori (o forse sempre il solito…) che stanno proponendo di riservare all’area “almeno”il frantoio per macinare il materiale cavato

- a Tambre un imprenditore locale chiede una nuova strada per poter “sviluppare” l’area della Casera Palantina, con un progetto apparentemente innocuo di ristrutturazione della  casera e della stalla e l’avvio di un agriturismo. Ma il sospetto è che si voglia poi prolungare quella strada per creare un collegamento con il Friuli, questo in una delle aree più belle e più importanti naturalisticamente dell’intera foresta regionale.

- il Comune di Farra d’Alpago  sta valutando la costruzione di una seggiovia o cabinovia tra il lago di Santa Croce e Mezzomiglio, per portare rapidamente i turisti in quota. Qualcuno sta addirittura parlando di un grande impianto a fune per collegare direttamente il Nevegal con Mezzomiglio !…Siamo costretti ad usare il condizionale poiché sono progetti non ancora ufficializzati, di cui si sta discutendo a livello locale, ma se le informazioni che ci hanno riferito dovessero essere vere ci troviamo veramente davanti ad imprenditori ed amministratori dotati di una fantasia senza limiti, soprattutto quando si tratta di usare fondi pubblici o finanziamenti comunitari.

- come se tutto questo non bastasse, l’Alpago è interessato dalla proposta di passaggio del grande elettrodotto Cordignano-Lienz da 380.000 volt, con piloni alti fino a 60 m. e dal percorso ancora indefinito, ma che comunque creerebbe un impatto paesaggistico inaccettabile. Almeno in questa grave e pericolosa situazione tutti i sindaci dell’Alpago si sono dichiarati contrari a quest’opera, per cui si tratta, in questo caso, di sostenere le loro posizioni e di verificarne continuamente la coerenza e la reale determinazione

- infine,un problema che si pensava morto e sepolto come quello del collegamento con impianti sciistici tra l’Alpago ed il Pian Cavallo attraverso Forcella Palantina ,è invece TORNATO ALLA RIBALTA!

- tra l’altro in un modo che ha sorpreso tutti: il neo eletto presidente della Regione Friuli, Riccardo Illy, nel suo programma di governo ha inserito anche il collegamento tra Pian Cavallo e l’Alpago! Ci si augura che Illy sia stato mal consigliato e che non abbia raccolto tutte le informazioni necessarie prima di sbilanciarsi in questa affermazione.

- ci auguriamo anche che il 9 novembre prossimo, quando gli ambientalisti e gli alpinisti di Veneto e Friuli  V. G. si incontreranno in Forcella Palantina, sarà presente anche il Presidente Illy per poterci confrontare direttamente con lui.  Ci auguriamo, come associazioni, che Illy venga a portare proposte di collegamento tra Veneto e Friuli V. G., però non di impattanti, costosi ed inutili impianti di risalita, ma di scambi culturali, di collegamento e scambio di informazioni tra i comuni per creare una rete e dare l’avvio ad uno sviluppo che sia veramente sostenibile e compatibile, basato sull’utilizzo intelligente delle risorse naturali. Se sarà possibile ritrovarsi su posizioni comuni tenteremo di instaurare un rapporto con il Presidente Illy e la sua giunta, se invece la Regione Friuli V. G. seguirà la via del collegamento sciistico e dello sviluppo pesante, le associazioni continueranno a svolgere la loro funzione di denuncia e sensibilizzazione per tentare di fermare il degrado ambientale. Si vuole inoltre ricordare che la creazione e il continuo ampliamento di Pian Cavallo e delle sue strutture è avvenuto  utilizzando un’enorme quantità di denaro pubblico e penalizzando pesantemente tutti gli altri piccoli comuni della pedemontana friulana: è stata finora una situazione di pesante e non più accettabile disparità che deve finire.

Hanno aderito tutte o quasi le Associazioni ambientaliste ed alpinistiche:

delegazione CAI Veneto, WWF Veneto , Legambiente Veneto e Friuli, LAC-Lega, anti Caccia Veneto, Mountain Wilderness, Italia Nostra, Comitato Fadalto, Comitato per il Parco del Cansiglio, Ecoistituto del Veneto Alex Langer, FMACU-Amici dei Tesori del Mondo dell’UNESCO